L’effetto Zeigarnik, ossia la tendenza a ricordare meglio le attività incompiute rispetto a quelle concluse, prende il nome dalla psicologa russa Bluma Zeigarnik che lo scoprì negli anni ’30 del secolo scorso. Una sua applicazione particolarmente efficace si può avere proprio nel campo del storytelling per mantenere il pubblico in ansiosa attesa di scoprire cosa succederà dopo e quindi attaccato alla trama.
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