Tatto, emozioni e storytelling

Il tatto riveste un ruolo cruciale nella formazione e percezione delle emozioni. Uno studio recente dell’università Bicocca ha dimostrato il legame che esiste tra le emozioni e le specifiche aree del cervello preposte al senso del tatto e al movimento. Secondo la professoressa Elena Nava:

“Si dimostra così l’idea di un’esperienza ‘incarnata’ delle emozioni, e quindi la necessità di esperire a livello tattile e motorio le emozioni per poterle generare e sentire consciamente”.

Fonte: Adkronos

Se non tocchiamo e non siamo toccati, almeno da piccoli, non riusciamo dunque a crearci pattern emozionali fondamentali per la nostra vita adulta.

Alcuni studi condotti sui bambini istituzionalizzati sembrerebbero in effetti dimostrare che la forte privazione di coccole e abbracci porti a forme anche gravi di deficit cognitivi, e non è un caso che la fisioterapia (qualcosa cioè di fortemente tattile e corporeo) viene consigliata in questi casi.

Ma la storia del rapporto tra emozioni e senso del tatto non si ferma qui. Attraverso la pelle, il tatto non solo ci consente di esplorare il mondo fisico, ma è anche un canale essenziale per la comunicazione e l’interazione sociale.

Ciò che tocchiamo e come lo tocchiamo, come e dove siamo toccati è infatti uno dei modi con cui si sviluppa la comunicazione non verbale, quel complesso e intricato mondo di segnali che però costituisce, da solo, oltre il 70% del nostro interscambio quotidiano con gli altri.

Il Tatto come mezzo di comunicazione

Fin dalla nascita, i neonati dipendono dal contatto fisico per sentirsi al sicuro e amati. Il contatto pelle a pelle tra madre e neonato è fondamentale per stabilire un legame emotivo, promuovendo un senso di sicurezza e fiducia.

Questo primo contatto aiuta a regolare i battiti cardiaci e i livelli di stress del bambino, dimostrando l’importanza del tatto nel benessere emotivo. Non è un caso che spesso basta abbracciare e cullare un neonato per farlo smettere di piangere.

Alla base del legame tra tatto, emozioni e affetto ci sarebbero, secondo alcune ricerche, dei recettori specifici, chiamate fibre C-Tactile, che veicolerebbero i messaggi di affetto che vengono scambiati attraverso un tocco particolarmente morbido e dolce.

Insomma, esisterebbe un vero e proprio senso del tatto di tipo emotivo, con canali differenti da quello generale che serve invece a discriminare e percepire gli oggetti.

D’altro canto, il tatto comincia a entrare in gioco anche prima della nascita. Attraverso i movimenti del liquido amniotico, il neonato comincia a sperimentare il tocco affettivo tramite la prima forma di carezza che l’universo ci riserva prima ancora di venire al mondo.

Lo sviluppo delle emozioni

Il tatto continua a svolgere un ruolo cruciale nello sviluppo emotivo anche dopo l’infanzia. Le carezze, gli abbracci e altri gesti di affetto fisico sono fondamentali per la costruzione delle relazioni umane.

Questi gesti non solo rafforzano i legami tra le persone, ma aiutano anche a regolare le emozioni, riducendo lo stress e aumentando la produzione di ossitocina, definito l’ormone dell’amore.

Alcuni studi hanno dimostrato che il contatto fisico può alleviare l’ansia e la depressione, migliorando il nostro stato emotivo generale, anche tra adulti. D’altro canto, è oggi scienza comune che abbracciare una persona subito dopo una cattiva notizia è un ottimo modo di consolarla, al punto che questa tecnica è presente sistematicamente in ogni tipo di telefilm.

Nella vita adulta, la comunicazione tattile di tipo emotivo mantiene la sua importanza, anche se ovviamente ciò dipende molto da cultura a cultura. Nei paesi mediterranei, che sono più fisici e permissivi, baciarsi per salutarsi, toccarsi leggermente sulla spalle, abbracciarsi, stringersi la mano sono gesti quotidiani che veicolano importanti messaggi di accettazione – amicizia – amore, in assenza dei quali ci si sente, e non a torto, rifiutati.

E il tatto è un senso molto più sensibile di quanto può sembrare: in un esperimento condotto da Hertenstein nel 2006, si è dimostrato che semplicemente toccandosi è possibile riconoscere le emozioni di rabbia, paura, disgusto, amore, gratitudine e simpatia.

La percezione delle emozioni

La percezione delle emozioni è fortemente influenzata dal tatto. Tornando agli esempi precedenti, una stretta di mano può trasmettere fiducia e sincerità, mentre un abbraccio può comunicare conforto e sostegno.

La simpatia è veicolata da tocchi leggeri e morbidi, la rabbia da colpi di strizzamento, il disgusto con movimenti di spinta, la paura con movimenti tremolanti.

Il tatto può anche influenzare il nostro giudizio e comportamento verso gli altri.

In un esperimento classico, è stato dimostrato che le persone tendono a giudicare un ambiente sociale e umano come più accogliente se stanno tenendo una tazza di caffè caldo rispetto a una tazza fredda. Questo dimostra come le sensazioni tattili possano influenzare le nostre percezioni e reazioni emotive.

Tatto e salute mentale

Il tatto ha anche un impatto significativo sulla nostra salute mentale. In una società sempre più digitalizzata, il contatto fisico sta diventando sempre più raro, e questo può avere conseguenze negative. Si ha sostanzialmente una forma di deprivazione dell’esperienza tattile che può risultare pericolosa.

Ricordiamo che la mancanza di contatto fisico è stata associata a sentimenti di isolamento e solitudine, che possono contribuire a problemi di salute mentale come la depressione e l’ansia. Il COVID e il Lock down sono stati un ottimo banco di prova per saggiare gli effetti dell’isolamento prolungato, con i primi studi che ne dimostrano la correlazione con l’aumento di alcune forme di disagio mentale.

Promuovere il contatto fisico, attraverso abbracci, massaggi o altre forme di contatto, può essere quindi in un quadro sempre più digitalizzato e sempre più deprivato di contatti reali tra le persone una strategia efficace per migliorare il benessere mentale ed emotivo.

Riduzione del contatto fisico e storytelling

In un contesto in cui il contatto fisico diventa sempre più raro, le modalità di narrazione e i contenuti stessi dello storytelling potrebbero subire trasformazioni significative. Vediamo quali potrebbero essere le più significative:

1. Cambiamento dei temi e delle trame

In un mondo povero di contatti fisici, i temi e le trame delle storie potrebbero riflettere questa realtà. Le storie potrebbero esplorare più frequentemente temi di isolamento e solitudine, o concentrarsi maggiormente sulle connessioni virtuali e sulle relazioni a distanza, esplorando le dinamiche e le sfide di mantenere relazioni significative attraverso la tecnologia.

Potrebbero anche emergere narrazioni che esprimono un forte desiderio di contatto fisico, enfatizzando l’importanza del tatto e il suo impatto emotivo.

2. Evoluzione dei personaggi

I personaggi nelle storie potrebbero evolversi in modo da riflettere le nuove realtà sociali. Potrebbero diventare comuni personaggi che sono esperti di tecnologia, abituati a vivere gran parte della loro vita sociale online con emozioni più interiorizzate, con un’enfasi maggiore sui monologhi interiori e meno sulle interazioni fisiche.

Qualcosa del genere è già presente nella fantascienza, soprattutto di matrice Cyber Punk. Si pensi a romanzi come il Negromante, largamente anticipatori del mondo digitale di oggi.

Le relazioni tra i personaggi potrebbero basarsi più sulla comunicazione verbale e meno sui gesti fisici, cambiando le dinamiche di interazione e sviluppo delle relazioni.

3. Nuove forme di narrazione

La riduzione del contatto fisico potrebbe portare all’emergere di nuove forme di narrazione che sfruttano le tecnologie digitali. L’uso di piattaforme digitali per raccontare storie potrebbe diventare ancora più prevalente, con narrazioni interattive e multimediali che coinvolgono video, audio e realtà aumentata.

La realtà virtuale e aumentata potrebbero diventare strumenti principali per creare esperienze narrative immersive, offrendo un senso di presenza e connessione che compensa la mancanza di contatto fisico. Le storie potrebbero svilupparsi attraverso più media, creando un’esperienza narrativa che coinvolge libri, film, videogiochi e social media.

4. Impatto sull’emozionalità dello storytelling

La mancanza di contatto fisico potrebbe influenzare l’emozionalità delle storie. Le emozioni espresse e percepite attraverso la tecnologia possono essere diverse da quelle trasmesse attraverso il contatto fisico. Questo potrebbe portare a una diversa modulazione dell’emotività nelle narrazioni.

Le storie potrebbero cercare di compensare la mancanza di contatto fisico con una maggiore intensità emotiva nelle interazioni verbali e nelle descrizioni psicologiche. Potrebbero emergere temi di nostalgia e rimpianto per il contatto fisico perduto, utilizzati per evocare una risposta emotiva forte nel pubblico.

5. Sfide e opportunità

La riduzione del contatto fisico presenta sia sfide che opportunità per lo storytelling. Mantenere l’empatia e il coinvolgimento emotivo senza il ricorso al contatto fisico rappresenta una sfida significativa. I narratori devono trovare nuovi modi per connettersi profondamente con il pubblico.

La necessità di adattarsi può però stimolare l’innovazione nello storytelling, portando a nuove tecniche e forme narrative che sfruttano appieno le potenzialità della tecnologia, oppure a una riscoperta del contatto fisico, sensibilizzando il pubblico sull’impatto emotivo e sociale della sua mancanza.

Suggerimenti per la comunicazione

Il tatto è un senso importante ed entra nel linguaggio quotidiano in mille modi, si pensi alle espressioni come: “un uomo ruvido, sei un grezzo, pelle di seta” e via di seguito. Si tratta di immagini molto potenti che evocano immediatamente ineri universi di emozioni.

Altre metafore lavorano invece sul tatto come metodo di conoscenza: pensate al classico “toccare con mano” o al bisogno che tutti abbiamo di sfiorare la merce prima di comprarla, quasi a provare le emozioni che potrebbe darci.

A livello linguistico, non è difficile giocare in una storia o una descrizione con le contrastanti sensazioni di ruvido e morbido, che veicolano emozioni come la dolcezza, l’accettazione, l’affatto, l’onestà, la chiarezza e la sincerità.

Perfino a livello visivo, il contrasto tra ruvido e morbido può essere ripetuto tra superfici opache o con tessitura grossolana e superifci liscie e lucenti, o con tessitura molto fine. Avete mai provato ad abbinare una giacca di lino nera opaco (ruvido) con una camicia di seta nera (lucido, morbido) e a studiarne l’effetto?

Conclusioni

In conclusione, il tatto è un elemento essenziale nella formazione e percezione delle emozioni. Attraverso il contatto fisico, comunichiamo, sviluppiamo relazioni e regoliamo le nostre emozioni.

In un mondo sempre più virtuale, è fondamentale ricordare l’importanza del tatto e cercare modi per integrare il contatto fisico nella nostra vita quotidiana.

Promuovere e valorizzare il tatto può migliorare significativamente il nostro benessere emotivo e la nostra salute mentale, rafforzando al contempo i legami umani che sono alla base della nostra società.

Ma il tatto è importante anche per la comunicazione, essendo alla base di metafore ed espressioni potenti, condivise ed universali, evocatrici di emozioni intense e dirette.

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Immagine di freepik

Autore: Marco La Rosa

Sono un web content writer, web designer e esperto di SEO e UX design. Ho scritto il libro Neurocopywriting, edito da Hoepli, dedicato all'applicazione delle neuroscienze alla comunicazione.

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