La scrittura può essere un buon metodo di problem solving. A questa conclusione sono arrivate le ricerche condotte non solo dagli psicologi, ma anche dai linguisti, già a partire dagli anni 70 del secolo scorso.
Nel campo degli studi in materia, oggi si possono distinguere almeno tre filoni di contributi:
- la scrittura come pratica sociale, focalizzata sugli aspetti comunicativi;
- lo studio delle testualità e dei meccanismi di coerenza e coesione;
- l’approfondimento dei processi cognitivi sottesi alla scrittura e al suo apprendimento.
In particolare, l’ultimo dei tre approcci, che valorizzando lo schema della retorica classica studia il processo dall’attivazione delle idee (inventio) attraverso la pianificazione (dispositio) fino alla revisione, si è rivelato particolarmente fecondo per chi si occupa di problem solving.
Il modello di Hayes e Flower
Tra i modelli elaborati dagli psicologi, particolare risulto assume quello dello psicologo cognitivista J.R. Hayes e dalla linguista L.S. Flower (Hayes & Flower, 1980). Si articola su tre componenti: l’ambiente del compito, la memoria a lungo termine e il processo di scrittura, oltre a una funzione esecutiva di monitoraggio che sovrintende all’omogeneità e fluidità del processo.
L’ambiente in cui viene assegnato il compito richiama il tipo di scrittura da eseguire. Pensate alla differenza tra dover scrivere un’offerta commerciale in azienda rispetto a un tema di critica letteraria alla maturità. Comprendere l’ambiente è fondamentale, perché aiuta chi scrive non solo a rendere esplicito il compito di scrittura, ma anche a comprendere il destinatario e lo scopo per cui si scrive.
La memoria a lungo termine governa l’accesso all’enciclopedia personale dello scrivente, influenzando il processo della composizione rispetto al reperimento delle informazioni in memoria e alla capacità della scrittura di tenere il passo con il pensiero (questo processo viene chiamato linearizzazione).
Il processo di scrittura si scompone nelle tre fasi della composizione progettazione, stesura revisione. Al cuore della progettazione sta la realizzazione di un piano di scrittura che permetta di gestire tutte le altre fasi.
In particolare, grazie agli elementi forniti dal compito di scrittura, lo scrivente attinge alla memoria a lungo termine per recuperare le idee (attivazione), procedendo poi a organizzarle e gerarchizzarle secondo modalità logiche (schemi o scalette), oppure analogiche (mappe mentali).
Nella fase di stesura le idee vengono tradotte in testo. Il processo non ha i caratteri della mera trascrizione, perché esistono modalità differenti per formulare un pensiero in parole. In sostanza, lo scrivente deve fare una scelta di cosa e come dire.
Nella fase di valutazione, infine, il risultato scritto viene messo a confronto con ciò che si intendeva dire o scrivere, con un ulteriore processo di rifinitura.
La scrittura come metodo di problem solving
Il modello di Haynes e Flower evidenzia molto bene che scrivere è un compito difficile che attiva tutta una serie di funzioni cognitive, ossia costringe a risolvere parecchi problemi che vanno da che linguaggio e che espressioni utilizzare in funzione del destinatario (comunicazione), all’individuazione dei termini del problema o dell’oggetto su cui si scrive e della sua semplificazione e articolazione (analisi e riduzione) fino alla verifica del valore di ciò che si scrive e del perché (revisione dei contenuti su basi sia metodologiche che etiche).
Ma vi sono altri motivi per cui scrivere si rivela un’efficace approccio alla soluzione di un problema:
Esplorazione delle emozioni
La scrittura offre uno spazio sicuro e privato per esplorare i nostri pensieri e sentimenti. Scrivere liberamente senza censura permette di esprimere emozioni e pensieri che potrebbero altrimenti rimanere sepolti nella mente.
Analisi sistematica
La scrittura ci offre la possibilità di analizzare un problema in modo sistematico. Possiamo scomporlo in componenti più piccole, identificare i fattori chiave e valutare le relazioni tra di essi. Questo processo aiuta a chiarire la natura del problema e a individuare i punti critici che richiedono attenzione immediata.
Creatività
Scrivere può fungere da catalizzatore per la creatività. Una volta compreso il problema, possiamo utilizzare la scrittura per generare una vasta gamma di idee e possibili soluzioni. La scrittura libera, senza vincoli o giudizi, favorisce la divergenza di pensiero, consentendo di esplorare molteplici approcci e strategie. Attraverso il brainstorming scritto, siamo in grado di esplorare alternative che potremmo non aver considerato altrimenti.
Valutazione obiettiva
Dopo aver generato un insieme di idee e soluzioni, la scrittura ci permette di valutarle in modo obiettivo. Possiamo pesare i pro e i contro di ciascuna opzione, considerare le implicazioni a breve e lungo termine e confrontare le alternative tra loro. Questo processo decisionale strutturato ci aiuta a identificare le soluzioni più promettenti e ad elaborare un piano d’azione concreto.
Monitoraggio e verifica
Una volta implementata una soluzione, la scrittura continua a essere un prezioso strumento di problem solving. Tenere un diario o un registro delle esperienze ci consente di monitorare i progressi, registrare le sfide incontrate lungo il percorso e riflettere sugli insegnamenti appresi. Questa pratica di auto-riflessione ci permette di adattare e ottimizzare le nostre strategie nel tempo, migliorando così le nostre capacità di affrontare i problemi.
Conclusioni
In un mondo in cui le sfide sono all’ordine del giorno, la scrittura emerge come un potente alleato in qualsiasi processo di problem solving.
Attraverso la sua capacità di esplorare, analizzare, generare, valutare e riflettere, la scrittura ci aiuta a superare gli ostacoli con maggiore chiarezza, creatività e efficacia. Incorporare la scrittura nella nostra routine quotidiana può quindi portare benefici significativi, sia a livello personale che professionale, aiutandoci a navigare con successo attraverso le complessità della vita.
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