La manipolazione è una forma di abuso psicologico che mira a controllare e dominare gli altri, spesso in modo subdolo e difficile da individuare.
La comunicazione e le parole svolgono un ruolo essenziale in qualsiasi forma di manipolazione. Un buon manipolatore è anche un abile narratore e utilizzerà spesso forme di abuso verbale.
Comprendere le diverse tecniche verbali utilizzate dai manipolatori è quindi il primo passo per proteggersi.
Forme di manipolazione
Il primo passo è conoscere le diverse forme che la manipolazione può assumere. L’elenco non è esaustivo, ma dovrebbe includere più o meno tutte le strategie in cui ci imbattiamo nella nostra vita quotidiana.
- Gaslighting: Il manipolatore fa dubitare la vittima della propria sanità mentale, negando fatti evidenti o distorcendo la realtà (“Non sono stato io, tu menti”).
- Triangolazione: Viene coinvolta una terza persona per dividere e conquistare, creando conflitti e tensioni (“E’ stato lui, non io”).
- Ricatto Emotivo: Si minaccia di abbandonare la relazione o di far soffrire la vittima per ottenere ciò che si desidera (“Cercati qualcun altro se non sei disponibile a fare questo”).
- Proiezione: Si attribuiscono i propri sentimenti negativi o comportamenti sbagliati alla vittima (“Sei aggressivo, sei isterica, sei nervosa, sei questa o quella caratteristica negativa”).
- Lusinghe e Adulazione: Si usano complimenti eccessivi per ottenere favori o influenzare le decisioni altrui (“Sei bravissimo”).
- Vittimizzazione: Il manipolatore si presenta come la vittima, suscitando compassione e senso di colpa nella vittima stessa (“Mi ha fatto questo e quello e io pur l’amavo”).
- Controllo: Si cerca di limitare la libertà della vittima, controllandone le azioni, le relazioni e le decisioni (“Dove vai stasera?”).
- Isolamento: Si allontana la vittima dalle persone care e dalle proprie fonti di supporto (“Se mi ami non vederli più”).
- Analogie e Metafore Forzate: Si usano paragoni incoerenti per distrarre la vittima dalla verità (Sei come + persona, ceto, popolo, etnia, gruppo con caratteristiche o tipizzazione sociale negativa. Esempio: “Sei come i parenti di tuo padre”).
- Linguaggio Denigratorio e Spostamento di Colpa: Si incolpa sempre gli altri, cambiando continuamente argomento (“E’ lui che ha iniziato, io non centro”).
- Metacomunicazione: Si evitano le domande dirette, focalizzandosi su aspetti non verbali (tono di voce, ecc.). Esempio: “Perché lo dici con questo tono irritato? Cosa ti ho fatto? Mi stai aggredendo”.
- Generalizzazioni e Luoghi Comuni: Si usano frasi fatte per sminuire le accuse e far sembrare tutto normale (“Ma sì lo fanno tutti ormai, sei indietro”).
- Emozioni Brevi e Contratte: Si usano le emozioni per ferire, senza empatia.
- Negazione dell’Evidenza: Si convince la vittima di aver frainteso, destabilizzando la sua percezione (“Sei tu che vedi tutto negativo, dai non esagerare come sempre”).
Esempi
Vediamo adesso alcuni esempi pratici. Ci aiuteranno a capire quando siamo oggetto di manipolazione verbale.
- Gaslighting: Un partner nega di aver detto qualcosa di offensivo, anche se la vittima lo ha sentito chiaramente. In genere comincia con frasi del tipo: “Ti sbagli, non l’ho detto io”. “Ma sei fuori? Ma cosa dici! Mai detto”. “Proprio vuoi litigare, non fai altro che fraintendere e manipolare le mie parole”. “Attribuisci a me atteggiamenti che sono tuoi”. “Affermare che tu sei x non è offendere, è solo per farti capire. Certo che se tu neghi il dialogo…”.
- Triangolazione: Un genitore parla male dell’altro genitore ai figli. Un fidanzato parla male della fidanzata con gli amici (e viceversa). Viene incolpata una comune conoscenza di qualcosa che invece ha fatto il manipolatore.
- Ricatto Emotivo: Un partner minaccia il suicidio se la relazione finisce. La fidanzata minaccia di lasciarti se non l’accontenti. L’azienda minaccia di licenziarti se non riconosci tutto quello che ha fatto per te. Un ricatto molto utilizzato è essere accusati di cattiveria se non si accontenta il manipolatore. “Se tu fossi veramente mia amica, usciresti a cena con me”. “Un vero amico mi presterebbe dei soldi”.
- Proiezione: Un collega accusa un collega più tranquillo di essere aggressivo. Un uso particolarmente nocivo della proiezione è l’inversione vittima carnefice. La vittima diventa il carnefice, che viene giustamente rimesso in riga per la sua supposta violenza. “È stato lui ad attaccare”. “Ha solo reagito ad anni di sottili soprusi e abusi”. “Se l’è cercata, andava in giro a gambe scoperte”. “Cosa pretende? Prima si mette in pericolo, poi grida al lupo.”
- Lusinghe e Adulazione: Un venditore lusinga un cliente per vendere un prodotto di scarsa qualità. Una donna lusinga un uomo per ingraziarsene i favori. Un uomo lusinga una donna per portarsela a letto.
- Vittimizzazione: Un amico si lamenta costantemente dei propri problemi, ignorando quelli degli altri. Se notate che una persona parla solo dei suoi problemi e non si interessa mai dei vostri, siete quasi sicuramente vittime di vittimizzazione.
- Controllo: Un partner controlla le chiamate e i messaggi del partner.
- Isolamento: Un partner scoraggia la vittima dal frequentare amici e familiari, oppure diffama la vittima per isolarla a livello sociale, o critica e denigra i suoi amici e familiari mettendoli in cattiva luce nella speranza di causare rotture.
- Analogie e Metafore Forzate: Si paragona una discussione a una guerra, esagerando l’importanza di una critica. Si paragona un comportamento poco aggressivo a un comportamento altamente aggressivo per distruggere l’immagine della vittima. Si associa una persona e i suoi comportamenti al male o al diavolo.
- Linguaggio Denigratorio: Si usano epiteti o insulti per sminuire l’altro.
- Metacomunicazione: Si dice “Sei troppo sensibile” invece di rispondere a una critica.
- Generalizzazioni: Si afferma “Tutti lo fanno” per giustificare un comportamento scorretto.
- Emozioni Brevi: Si passa rapidamente dalla rabbia alla gioia senza motivo apparente, o viceversa. Ciò disorienta la vittima. In un litigio o discussione, si alternano lodi o dichiarazioni di amore e affetto a critiche feroci, in modo da tenere legata la vittima mentre la si colpisce verbalmente (“Sei uno stronzo/stronza, ma io ti amo”).
- Negazione dell’Evidenza: Si dice “Stai immaginando tutto” di fronte a un’evidenza chiara.
Modi per Difendersi
Difendersi dalla manipolazione verbale non è facile. Vediamo alcuni consigli diffusi dagli esperti.
- Fissare dei limiti: Stabilire chiaramente ciò che si è disposti a tollerare e ciò che no.
- Comunicare assertivamente: Esprimere i propri bisogni e sentimenti in modo chiaro e diretto.
- Non farsi coinvolgere: Non lasciarsi trascinare in discussioni inutili o provocatorie.
- Cercare supporto: Parlare con persone di fiducia o rivolgersi a un professionista.
- Tenere un diario: Documentare le situazioni per avere una visione più chiara della dinamica.
- Sviluppare l’autostima: Credere nelle proprie capacità e nel proprio valore.
- Imparare a riconoscere i segnali: Essere consapevoli delle tattiche utilizzate dai manipolatori.
La manipolazione è un comportamento tossico e chi ne è vittima non ha alcuna colpa. Se ti trovi in una situazione di manipolazione, non esitare a chiedere aiuto. Ricorda che la manipolazione può essere molto sottile e difficile da riconoscere, soprattutto all’inizio di una relazione, ed essere vittima di manipolazione può avere gravi conseguenze sulla salute mentale ed emotiva.
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