L’uso della profondità di campo nello storytelling visivo

La profondità di campo, ossia la perfetta messa a fuoco non solo degli oggetti in primo piano ma anche dello sfondo, è la caratteristica che maggiormente contribuisce a creare un effetto di profondità e spazialità nei contenuti visivi insieme all’inquadratura. Per questo motivo viene sempre raccomandata dai manuali di fotografia.

La sua assenza si traduce in un’immagine piatta e con minori capacità di coinvolgimento del pubblico. Tuttavia, questa non è una regola assoluta; giocando sulla maggiore o minore messa a fuoco degli elementi vicini o lontani si possono infatti ottenere variazioni ed effetti narrativi importanti che è bene conoscere.

Profondità di campo ridotta ed estesa

La profondità di campo può essere suddivisa in due categorie principali: profondità di campo ridotta e profondità di campo estesa.

Profondità di campo ridotta

Solo una piccola porzione dell’immagine è a fuoco mentre il resto risulta sfocato. È la situazione tipica delle macro. Questo approccio è utile per isolare un elemento specifico, attirando l’attenzione dello spettatore su un particolare dettaglio o emozione.

In un ritratto si può enfatizzare l’espressione del viso del soggetto, creando un legame emotivo più forte tra il soggetto e lo spettatore.

Profondità di campo estesa

Profondità di campo estesa (immagine di Freepik)

Al contrario, una profondità di campo estesa mantiene nitide la maggior parte delle parti dell’immagine, rendendola adatta a paesaggi o scene con molti dettagli importanti. Questo tipo di profondità di campo permette di mostrare un’intera scena con chiarezza, fornendo un contesto più ampio e consentendo allo spettatore di esplorare l’immagine in profondità.

Sfocatura elementi primo piano

Una variazione di questa tecnica consiste nella sfocatura degli elementi in primo piano, mettendo a fuoco gli elementi dello sfondo. In questo modo, la sensazione di spazialità e profondità viene molto amplificata. Questa tecnica può essere ulteriormente affinata creando diversi livelli di sfocatura (ad esempio, gli elementi in primo piano e sullo sfondo, mettendo a fuoco quelli centrali).

Applicazioni nello Storytelling Visivo

Gerarchia Visiva

Utilizzando la profondità di campo, i creatori di immagini possono dirigere l’occhio dello spettatore verso gli elementi chiave della scena. Ad esempio, in un film, il regista potrebbe usare una profondità di campo ridotta per mettere a fuoco un personaggio specifico durante un momento cruciale oppure una sua azione, sfocando lo sfondo per eliminare distrazioni e rafforzare l’importanza della scena.

Evidenziare le Emozioni

La profondità di campo può anche essere utilizzata per esprimere stati d’animo ed emozioni. In una scena di tensione o di introspezione, una profondità di campo ridotta può enfatizzare i dettagli del viso di un personaggio, permettendo allo spettatore di percepire ogni sfumatura delle sue emozioni. In contrasto, una profondità di campo estesa può essere utilizzata per trasmettere un senso di spaziosità o di solitudine in una vasta scena naturale.

Contesto e Relazioni

Una profondità di campo estesa è particolarmente utile per mostrare le relazioni tra i personaggi e l’ambiente circostante. In una scena complessa con molti elementi significativi, mantenere tutto a fuoco può aiutare lo spettatore a comprendere le interazioni tra i vari elementi della scena. Per esempio, in un film di guerra, una profondità di campo estesa può mostrare la vastità del campo di battaglia e la posizione relativa dei soldati, creando un senso di scala e di caos.

Transizioni Narrative

La profondità di campo può essere usata anche per segnare transizioni narrative. Cambiare gradualmente da una profondità di campo ridotta a una estesa, o viceversa, può suggerire un cambiamento nel punto di vista del personaggio, del narratore o nel tono della storia. Questo può essere particolarmente efficace per sottolineare un cambiamento emotivo o per introdurre un nuovo elemento nella narrazione.

Conclusione

L’uso accorto della profondità di campo nello storytelling visivo consente ai fotografi e ai registi di creare immagini che non solo sono visivamente accattivanti, ma che raccontano storie ricche e significative. C

he si tratti di evidenziare un’emozione, focalizzare l’attenzione o costruire un contesto, la profondità di campo rimane uno degli strumenti più potenti e versatili nello storytelling visivo.

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla newsletter per ricevere contenuti simili. Oppure, leggi il mio ultimo libro, Neuroscienze della narrazione.

Immagine di freepik

Autore: Marco La Rosa

Sono un web content writer, web designer e esperto di SEO e UX design. Ho scritto il libro Neurocopywriting, edito da Hoepli, dedicato all'applicazione delle neuroscienze alla comunicazione.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.