Neuroscienza dello stile: come lo stile influenza pensieri e azioni

Lo stile non è solo un ornamento del linguaggio, ma un potente strumento cognitivo che modella la nostra esperienza del mondo.

Queste, almeno, le conclusioni a cui è giunta la linguista ed esperta di letteratura Monika Fludernik, la cui opera ci offre una chiave di lettura affascinante per comprendere il profondo legame tra stile e cognizione.

Lo stile secondo Monika Fludernik

La studiosa parte dalla teoria dei Frames e Script, per cui la cognizione del reale si articola su schemi che inquadrano e danno senso ai fenomeni del mondo (i frames) e delle azioni automaticamente associate a questi schemi (gli script).

Ad esempio, se vedo un cane che comincia ad abbaiare contro di me penserò immediatamente che voglia aggredirmi (il frame, o schema interpretativo del fenomeno) e chiederò al padrone di tenerlo fermo (script, l’azione immediatamente associata allo schema).

La comprensione di un testo è un processo attivo e costruttivo, in cui il lettore contribuisce a dare forma al significato. Lo stile, in questo contesto, svolge un ruolo fondamentale nel guidare l’interpretazione del lettore, attivando schemi cognitivi e associazioni mentali ben specifici (Monika Fludernik, An Introduction to Narratology, 2009).

Uno stile epico (pensate ad alcune opere di Wagner) ci porta immediatamente a pensare alla guerra, allo scontro, ci esalta; uno stile lirico e introverso avrà l’effetto contrario, portandoci a riflettere su noi stessi, a smorzare gli entusiasmi, a riflettere sulle emozioni e sensazioni più sottili e indefinite (pensate ai notturni di Chopin).

Studi di neuroimaging hanno in effetti dimostrato come la lettura di testi con stili diversi attivi aree cerebrali differenti. Ad esempio, la lettura di un testo poetico, ricco di metafore e immagini evocative, attiva le aree del cervello associate alla creatività e all’immaginazione, mentre la lettura di un testo scientifico, caratterizzato da un linguaggio preciso e oggettivo, attiva le aree del cervello associate al ragionamento logico.

Lo stile può inoltre influenzare anche i meccanismi della ricompensa, lavorando sui numerosi circuiti chimici ad essi sottostanti, come ad esempio quello della dopamina.

Stile e interpretazione dei contenuti

Ogni storia, ogni argomento, si presta a essere raccontato in modi infinitamente vari. La scelta dello stile, ovvero il modo in cui le parole sono selezionate e combinate, influisce in modo determinante sulla nostra comprensione e interpretazione dei contenuti. Lo stile è dunque anche un modo potente di influenzare il lettore.

Uno stile semplice e diretto facilita la comprensione immediata, mentre uno stile più elaborato e ricco di figure retoriche può richiedere un maggiore sforzo cognitivo, ma allo stesso tempo offre al lettore uno spazio più ampio per le proprie interpretazioni.

D’altro canto, lo stile ha il potere di suscitare emozioni specifiche. Un linguaggio poetico e metaforico, ad esempio, può evocare sensazioni di meraviglia e stupore, mentre uno stile più secco e oggettivo può trasmettere un senso di distacco e razionalità.

Infine, lo stile è anche un potente strumento per costruire l’identità di un personaggio o di un narratore. Un linguaggio formale e aulico, ad esempio, può suggerire un’alta posizione sociale o una grande cultura, mentre un linguaggio colloquiale e informale può trasmettere un senso di familiarità e spontaneità.

Un esempio pratico

Stile Epico:

“E così, i nostri nemici, codardi e vili, osano profanare la nostra terra! Con le loro lance insanguinate e gli scudi neri minacciano le nostre case e le nostre famiglie. Ma noi, figli di un popolo indomito, non ci piegheremo! Afferreremo le nostre spade, infiammeremo i nostri cuori e marceremo verso di loro come un’unica, possente tempesta. La vittoria sarà nostra, o periremo combattendo! Avanti, guerrieri, alla battaglia!”

Stile Lirico:

“Sotto cieli grigi, la terra si tinge di rosso. Fratelli che un tempo ridevano insieme ora giacciono senza vita, la loro giovinezza spezzata da una follia insensata. L’eco delle grida strazia il cuore, e l’odore acre del sangue inquina l’aria. Perché questa violenza? Perché tanta sofferenza? L’amarezza mi stringe la gola, e le lacrime bruciano sul mio viso. Desidero solo la pace, ma la guerra mi ha rapito ogni speranza.”

Analisi:

Stile Epico:

  • Linguaggio: Fortemente evocativo, con verbi all’imperativo e invocazioni che spingono all’azione.
  • Tono: Esaltante, guerriero, che mira a infiammare gli animi e a unire le forze.
  • Focalizzazione: Esterna, sul nemico e sull’azione collettiva.
  • Scopo: Mobilitare le truppe e stimolare lo scontro.

Stile Lirico:

  • Linguaggio: Più intimo e riflessivo, con un uso abbondante di metafore e immagini evocative.
  • Tono: Malinconico, introspettivo, che esprime il dolore e la sofferenza individuale.
  • Focalizzazione: Interna, sui sentimenti e le emozioni del narratore.
  • Scopo: Esprimere il dramma della guerra e suscitare empatia.

La stessa storia, ovvero una guerra, viene presentata in due modi completamente diversi. Lo stile epico esalta l’eroismo e la gloria della battaglia, mentre lo stile lirico ne sottolinea l’aspetto tragico e doloroso. La scelta dello stile dipende dall’effetto che si vuole ottenere e dal punto di vista che si vuole assumere. Variano anche gli effetti (o forse meglio, in questo caso, la manipolazione) sul lettore.

Conclusioni

La neuroscienza dello stile ci mostra come la scelta delle parole non sia una questione puramente estetica, ma abbia profonde implicazioni cognitive. Comprendere i meccanismi attraverso cui lo stile influenza la nostra mente ci permette di apprezzare in modo più consapevole la ricchezza e la complessità del linguaggio, e di diventare lettori più attenti e critici.

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Autore: Marco La Rosa

Sono un web content writer, web designer e esperto di SEO e UX design. Ho scritto il libro Neurocopywriting, edito da Hoepli, dedicato all'applicazione delle neuroscienze alla comunicazione.

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