Fluidità percettiva ed esperienza soggettiva del bello

L’esperienza estetica nasconde interazioni assai complesse tra l’occhio umano e l’oggetto della sua osservazione. La fluidità visiva percettiva è uno degli aspetti più affascinanti e poco conosciuti che contribuiscono alla nostra percezione della bellezza.

Che cos’è la fluidità visiva percettiva?

Quando ci troviamo di fronte a stimoli visivi, come oggetti, immagini o volti, il nostro cervello elabora e valuta le informazioni basandosi su svariati fattori. Questa operazione può essere più o meno facile o faticosa in base alla complessità dello stimolo percepito.

La fluidità visiva percettiva si riferisce alla facilità con cui processiamo e percepiamo le informazioni visive.

Un mosaico intricato composto da migliaia di piccoli dettagli è molto più sfidante e difficile da elaborare della foto di un pallone da football depositato nel centro di un campo da calcio. E l’arte classica è facile da comprendere anche per la robusta semplicità delle sue forme e linee.

Fluidità percettiva e bellezza

L’efficienza nel processo di valutazione dello stimolo porta a una valutazione positiva, associamo cioè l’oggetto percepito alla bellezza. Questo spiega la ragione per cui tendiamo a percepire come esteticamente piacevole ciò che è visivamente fluido.

Nel nostro cervello esiste, in sostanza, una correlazione tra bellezza e facilità.Per questo motivo uno dei mantra più popolari per i designer è da sempre quello del minimalismo, di ridurre tutto all’essenza.

La sconvolgente linearità della lampada ad arco Flos ha reso il suo arco sensuale un’icona del design, mentre già nel 1908 l’architetto Adolf Loos scriveva che la rimozione degli ornamenti andava di pari passo con lo sviluppo culturale.

Il ruolo della familiarità

Quali sono i fattori che definiscono e contribuiscono alla fluidità percettiva? La prima è la familiarità.

Tendiamo a trovare belle le cose che ci sono familiari perché il nostro cervello ha già elaborato e memorizzato informazioni su di esse. Gli stimoli familiari sono visivamente fluidi perché vengono riconosciuti facilmente, e questa familiarità migliora la nostra percezione della loro bellezza.

Questo è forse il motivo per cui la maggioranza delle persone trova più piacevole l’arte classica e tende a contestare l’arte contemporanea. Semplicemente, non sono ancora abituati alla novità che l’artista sta proponendo.

Ma man mano che le novità vengono metabolizzate, un numero crescente di persone accetta le nuove proposte artistiche e stilistiche che gradualmente diventano anch’esse familiari, istituzionali e accettate.

Lo svantaggio, ovviamente, è che in questo processo le nuove opere perdono mordente e carica di rottura. Del resto, c’è sempre un prezzo da pagare, anche per la fluidità percettiva.

Simmetria e regolarità

La fluidità visiva è anche associata alla simmetria e alla regolarità negli stimoli visivi. Oggetti o pattern che presentano caratteristiche simmetriche e regolari sono visivamente fluidi poiché si conformano alle preferenze di elaborazione naturali del nostro cervello.

L’arte antica è totalmente basata su questi concetti, vedi la ripetizione regolare, a tratti ossessiva, dei colonnati dei templi antichi. Il liberty, uno stile che apparentemente sembrerebbe negare gli assunti della fluidità percettiva, si appoggia invece sulla ripetizione regolare di motivi floreali e naturali, ossia di quanto di più familiare troviamo intorno a noi.

Contrasto e complessità

La fluidità visiva percettiva è influenzata anche dal livello di contrasto e complessità negli stimoli visivi. Livelli moderati di contrasto e complessità rendono gli stimoli visivamente interessanti e coinvolgenti, ma se superano una certa soglia, possono diventare visivamente impegnativi e meno fluidi.

La percezione della bellezza tende a favorire gli stimoli che trovano un equilibrio tra essere visivamente interessanti ma non eccessivamente complessi o confusionari. Il gusto e la classe hanno sempre coinvolto il concetto di misura ed equilibrio, e fanno la differenza tra le esagerazioni del Kitsch e il fascino del Chic.

Risposta Emozionale

La fluidità visiva influenza le nostre risposte emotive agli stimoli visivi, che a loro volta influenzano la nostra percezione della bellezza. Gli stimoli fluidi evocano emozioni positive e suscitano un senso di piacere e comfort. Queste esperienze emotive positive migliorano la nostra percezione estetica e contribuiscono alla nostra percezione della bellezza.

La risposta emozionale può essere oggi misurata con la strumentazione del neurodesign. Si può anche avere un’idea dello stress, ossia della fatica cognitiva che un manufatto comporta.

Memoria

Ciò che è semplice e lineare è più facile da memorizzare, mentre alcuni studi hanno dimostrato una relazione tra senso di familiarità e fluidità percettiva, al punto che alcune persone possono essere ingannate al punto di trovare familiare oggetti del tutto sconosciuti solo perché sono facili da capire.

Altri studi hanno invece mostrato che il valore attribuito a uno stimolo percettivo può avere un impatto molto più forte della fluidità percettiva nei processi di memorizzazione. Infine, alcune ricerche hanno dimostrato che la fluidità percettiva aumenta l’effetto di esposizione a un messaggio, ossia la potenza della pubblicità.

Fluidità percettiva: attenzione a non esagerare

Arrivati a questo punto dell’articolo, penserete che fluido sia tutto. Attenzione, non è così facile. Il nostro cervello ha anche bisogno di impegnarsi, di curiosità, di qualche rompicapo su cui impigliarsi. Troppo semplice e familiare rima con banale e noioso.

Conclusione: fluidità percettiva sì, ma senza farne un dogma. Dopotutto, la complessità decorativa dei templi indiani sembrerebbe il contrario del minimalismo, eppure molte persone li trovano affascinanti. Ricordate che la fluidità percettiva è solamente uno dei fattori della percezione estetica, non il fattore dominante.

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Autore: Marco La Rosa

Sono un web content writer, web designer e esperto di SEO e UX design. Ho scritto il libro Neurocopywriting, edito da Hoepli, dedicato all'applicazione delle neuroscienze alla comunicazione.

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