Le donne sono più abili degli uomini a riconoscere e interpretare il linguaggio facciale? La risposta sembrerebbe affermativa, e non solo per lunga tradizione popolare, ma anche secondo le neuroscienze.
Almeno, questo è ciò che afferma la neuropsichiatra Louann Brinzedine nel suo libro: Il cervello delle donne (L. Brinzedine, Il cervello delle donne, pag.164, Rizzoli, 2006). Ma la maggior competenza nel campo delle emozioni e dei sentimenti che la tradizione ha spesso riconosciuto alle donne non si limiterebbe all’interpretazione delle emozioni facciali.
Mentre il pianto mette gli uomini a disagio, le donne riescono a comprendere cosa lo scatena proprio per la loro abilità a leggere le espressioni facciali. Gli uomini, invece, tendono ad evitare le emozioni e a viverle in maniera meno viscerale.
Nei momenti di difficoltà gli uomini tendono a elaborare il disagio in solitudine, le donne, al contrario, a socializzarlo e comunicarlo. Se quindi i vostri amici maschi non si dimostrano particolarmente caldi quando siete in ospedale non è detto sia una questione personale, ma forse, piuttosto, un ché di atavico.
Secondo alcune ricerche la ragione potrebbe essere che gli uomini impiegano più tempo per processare e interpretare i segnali emotivi, il che potrebbe forse spiegare il motivo per cui di fronte al mondo dei sentimenti si sentono spesso a disagio. Per questo motivo le lacrime non sempre sono un modo idoneo di comunicare con un uomo.
A livello neuronale, nel suo libro la Louann sostiene anche che le aree delle emozioni sono più sviluppate e connesse nelle donne, e la memoria femminile conserva le esperienze emotivamente significative più a lungo e in maniera più precisa e articolata di quella maschile.
La maggiore sensibilità delle donne non dovrebbe tuttavia essere interpretata come una forma di debolezza. Nell’elaborazione dell’ira, le donne sono maggiormente controllate e più fredde degli uomini per via di una maggior grandezza della corteccia prefrontale, deputata al controllo.
La conseguenza è che gli uomini si fanno trascinare dall’ira più facilmente. Le donne, in compenso, sono più facilmente preda della paura, dell’ansia e della depressione. Anche questa caratteristica, più che una forma di debolezza, potrebbe essere vista come una risposta adattiva che garantisce maggior velocità nel prendere le misure per salvare sé stessa e la prole da eventuali pericoli.
Conoscere queste differenze può rivelarsi utile nella comunicazione tra i due sessi. Ora sapete, se siete uomini, perché è così difficile celare qualcosa o mentire alla vostra mamma o fidanzata, e se siete donne perché gli uomini perdono più facilmente le staffe o sono apparentemente più freddi nella manifestazioni emotive.
Più che freddezza, è incompetenza: del resto si sa da secoli che in questo campo il sesso forte è piuttosto debole, e che delega con molto piacere questi aspetti alla propria compagna oppure ha bisogno di essere aiutato perché da solo semplicemente non ce la fa.
Infine, la Louann ci ricorda che queste differenze si smussano e compensano con l’età. Invecchiando si diventa non solo più saggi, ma anche più equilibrati. Non esiste una rigida condanna a essere in un modo o nell’altro in base al sesso, ma delle indicazioni modificabili col tempo, l’impegno, l’esperienza, l’educazione e la forza di volontà.
Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla newsletter per ricevere contenuti simili. Oppure, leggi il mio ultimo libro, Neuroscienze della narrazione.