Declino cognitivo, invecchiamento e comunicazione: quali indicazioni?

Quali sono le implicazioni del declino cognitivo legato all’invecchiamento per chi si occupa di comunicazione? Il mainstream dominante vuole che con l’età le nostre facoltà lentamente si indeboliscano. La comunicazione andrebbe quindi modulato e adeguata a includere i più anziani.

Un recente studio pubblicato sulla rivista Science Advances getta tuttavia nuova luce sul declino delle capacità cognitive, sfatando la comune credenza che questo inizi inesorabilmente dopo i 30 anni. La ricerca condotta da un gruppo tedesco ha esaminato le competenze di lettura, scrittura e calcolo in un ampio campione di adulti tra i 16 e i 65 anni, rivelando un quadro più dinamico e influenzato dall’uso attivo delle proprie abilità.

I risultati principali indicano che le competenze di lettura e scrittura tendono a migliorare significativamente tra i 20 e i 30 anni, per poi stabilizzarsi e raggiungere un picco intorno ai 46 anni, con cali successivi limitati. Le competenze di calcolo, pur seguendo un andamento simile di crescita in giovane età, raggiungono il picco prima, a 41 anni, e mostrano un declino più marcato in età avanzata.

L’uso attivo delle competenze può però modificare tutto questo. Gli individui che utilizzano frequentemente le proprie capacità di lettura, scrittura e calcolo sia sul lavoro che nella vita quotidiana non mostrano un declino di queste competenze almeno fino ai 65 anni, il limite massimo considerato dallo studio. Questo sottolinea come l’esercizio costante sia un fattore cruciale per preservare le abilità cognitive.

Una nota particolare riguarda le donne, che in media tendono a sperimentare maggiori perdite nelle competenze matematiche in età avanzata, una differenza che non è completamente spiegata dalle disparità nell’uso delle competenze e che richiederà ulteriori indagini.

L’invecchiamento cognitivo non è dunque un processo inevitabile ma dipenda da fattori sociali, culturali, comportamentali e genetici, con l’importante conclusione che impegnare attivamente la mente e utilizzare regolarmente le proprie capacità può preservare e persino migliorare alcune competenze con l’avanzare dell’età.

Implicazioni per la comunicazione umana

Le implicazioni di questa ricerca per la comunicazione umana sono significative e sfaccettate. Cominciamo dalla comunicazione intergenerazionale. La stabilità e il potenziale miglioramento delle capacità di lettura e scrittura fino a un’età avanzata suggeriscono che la comunicazione scritta tra diverse generazioni potrebbe essere più fluida e comprensibile di quanto spesso si assume.

Tuttavia, la potenziale diminuzione delle competenze di calcolo nelle fasce d’età più avanzate richiede una maggiore attenzione alla chiarezza e alla semplificazione quando si comunicano informazioni numeriche.

Altro aspetto che esce particolarmente valorizzato dalla ricerca è l’importanza dell’esercizio costante delle competenze: incoraggiare e facilitare la comunicazione attiva in tutte le fasi della vita sia fondamentale per mantenerle vive. Attività che stimolano la lettura, la scrittura e la discussione diventano strumenti preziosi per preservare le capacità comunicative nel tempo.

Infine, la variabilità individuale nelle traiettorie delle competenze cognitive sottolinea la necessità di evitare generalizzazioni basate sull’età. Una comunicazione efficace dovrebbe tener conto dell’effettivo utilizzo delle competenze da parte dell’interlocutore, adattando il messaggio di conseguenza.

Le indicazioni pratiche

La tendenza a una maggiore perdita di competenze matematiche nelle donne anziane suggerisce la necessità di un approccio comunicativo particolarmente chiaro e attento quando si presentano dati numerici a questo specifico gruppo.

La ricerca rafforza l’importanza dell’apprendimento continuo e dell’esercizio costante delle capacità comunicative attraverso la formazione e l’aggiornamento professionale, garantendo che le competenze rimangano affinate nel tempo. Sì, dunque, alle politiche di formazione permanente.

Se il declino cognitivo non fosse un destino ineluttabile, ciò dovrebbe spingere verso la creazione di messaggi comunicativi inclusivi, che non sottovalutino le capacità delle persone anziane ma le coinvolgano attivamente, stimolando la loro partecipazione e comprensione.

In conclusione, questo studio offre una prospettiva incoraggiante sulle capacità cognitive legate alla comunicazione, sottolineando il ruolo cruciale dell’impegno attivo nel mantenerle nel tempo. Per una comunicazione umana efficace, è fondamentale riconoscere questa dinamicità, adattare gli approcci alle esigenze individuali e promuovere attivamente l’uso delle competenze comunicative in tutte le fasi della vita.

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Autore: Marco La Rosa

Sono un web content writer, web designer e esperto di SEO e UX design. Ho scritto il libro Neurocopywriting, edito da Hoepli, dedicato all'applicazione delle neuroscienze alla comunicazione.

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