Sono i campi magnetici generati dai neuroni alla base del misterioso e mai spiegato fenomeno della coscienza? In questa direzione sembra andare una recente teoria pubblicata sulla rivista Scientific American.
Tutto ruota introno all’effetto efaptico, il fenomeno in cui i neuroni comunicano tramite campi elettrici. La coscienza non sarebbe il prodotto di singole sinapsi o determinate aree, ma emergerebbe dall’interazione di questi campi, creando un “campo di coscienza” unificato.
I campi magnetici e la coscienza nella storia
Storicamente, l’idea di una connessione tra campi magnetici e coscienza ha radici profonde. Michael Faraday, nel XIX secolo, con le sue scoperte sull’induzione elettromagnetica, ha gettato le basi. Teorie più recenti, come quella di Johnson McFadden, sostengono che il campo elettromagnetico cerebrale sia la sede della coscienza. Altre teorie esplorano il ruolo dei fenomeni quantistici nel cervello.
Anche nel contesto new age, i campi magnetici cerebrali sono importanti. Essi si ricollegano al concetto di “aura magnetica, un campo energetico che riflette lo stato di salute fisica, emotiva e spirituale, collegato ai chakra e influenzato da pensieri e emozioni.
Le implicazioni per la comunicazione
Se la coscienza fosse un campo magnetico, le implicazioni per la comunicazione sarebbero immense. La telepatia potrebbe diventare realtà, mentre interfacce cervello-computer avanzate consentirebbero di controllare dispositivi con il pensiero. La comunicazione con persone in coma o con disturbi neurologici potrebbe essere possibile.
Tuttavia, sorgono anche importanti questioni etiche e sociali. Pensate alla privacy: chi avrebbe il diritto di accedere all nostra parte più privata, i pensieri, e su che basi giuridiche? Il governo potrebbe utilizzare delle tecnologie basate su queste scoperte per controllare i cittadini, e le aziende per sviluppare forme di persuasione commerciale particolarmente insidiose.
La ricerca è ancora in fase iniziale, ma la possibilità che la coscienza sia legata ai campi magnetici cerebrali apre indubbiamente nuove frontiere nella nostra comprensione della mente, nuove possibilità per la comunicazione, ma anche nuovi rischi.
Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla newsletter per ricevere contenuti simili. Oppure, leggi il mio ultimo libro, Neuroscienze della narrazione.