Spettegolare – tutti lo sanno anche se tutti lo negano – è uno dei piaceri della vita. In fondo, siamo tutti un po’ portinaie (con rispetto per le portinaie parlando), ed oggi le neuroscienze aggiungono qualche tassello per capire le ragioni di questo comportamento così tipicamente umano.
Il primo ad occuparsi estesamente di pettegolezzi è stato lo psicologo evolutivo Robin Dunbar. Per questo studioso, spettegolare sarebbe una sorta di meccanismo di toelettatura sociale: tramite lo scambio di notizie sugli altri membri del gruppo sociale di riferimento si controllano e regolano reputazione e affidabilità di ciascuno, due elementi chiave per la cooperazione del gruppo stesso, e, in ultima analisi, per la sua salvezza.
Secondo Dunbar il pettegolezzo sarebbe anche un mezzo di creare relazioni e quindi connessioni, una caratteristica vitale per mantenere la coesione dei gruppi. Uno studio dell’università della Pennsylvania sembrerebbe confermare le intuizioni di Dunbar.
Altre ricerche più recenti sembrerebbero invece chiarire perché a livello soggettivo proviamo piacere a ficcanasare nella vita degli altri. Una ricerca del 2017 ha evidenziato che mentre spettegoliamo aumenta notevolmente l’ossitocina, un ormone legato non solo alla sensazione di piacere e felicità, ma anche di amore e legame con gli altri.
Ma l’ossitocina non è l’unico ormone ad entrare in gioco: anche la dopamina risulta chiamata in causa, e con essa l’attivazione del meccanismi della ricompensa. Questo ormone entra anche in gioco – guarda, guarda – nella sensazione di suspence quando leggiamo un romanzo o guardiamo un film. Un pettegolezzo raccontato bene ha dunque più possibilità di coinvolgerci, farsi ricordare e dunque circolare nell’ambiente sociale di riferimento.
L’aspetto negativo è però che la dopamina tende a creare assuefazione. In sintesi, più spettegoliamo più ne diventiamo dipendenti e più aumentiamo la dose. E questo non sempre e necessariamente si riverbera, come ben sappiamo, in un beneficio per il gruppo sociale o per le persone che ne sono coinvolte.
Quindi spettegolare sì, ma in modo responsabile. C’è modo e modo di scambiare informazioni; anche un pettegolezzo, come tutte le cose, può distruggere e ferire o addirittura essere benefico, dipende dalle nostre intenzioni e sensibilità verso la vita di chi ci è intorno.
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