L’effetto Zeigarnik, ossia la tendenza a ricordare meglio le attività incompiute rispetto a quelle concluse, prende il nome dalla psicologa russa Bluma Zeigarnik che lo scoprì negli anni ’30 del secolo scorso. Una sua applicazione particolarmente efficace si può avere proprio nel campo del storytelling per mantenere il pubblico in ansiosa attesa di scoprire cosa succederà dopo e quindi attaccato alla trama.
Per comprendere appieno come sfruttare l’effetto Zeigarnik, è cruciale capirne il funzionamento. Le storie che presentano situazioni irrisolte o domande senza risposta catturano particolarmente l’attenzione del pubblico, creando una tensione emotiva che spinge gli spettatori o i lettori a desiderare la risoluzione. Questa curiosità insita nell’essere umano può essere alimentata strategicamente per mantenere alta l’attenzione durante l’intera narrazione.
Un modo efficace per applicare l’effetto Zeigarnik è creare suspense inserendo domande senza risposta, situazioni misteriose o personaggi enigmatici. Man mano che la storia si sviluppa è importante dosare le informazioni in modo da lasciare delle domande irrisolte e aprire nuovi scenari intriganti.
Un esempio di utilizzo di questo trucco narrativo si ha nei romanzi a puntate, che si chiudono sempre con una situazione irrisolta per generare curiosità sul seguito della narrazione, e, in modo analogo, in molti serial televisivi.
Un altro modo di sfruttare l’effetto Zeigarnik è sfruttare l’impiego di flashforward e flashback. Mostrare anticipazioni di eventi futuri o rivelare dettagli del passato in modo graduale può generare un senso di anticipazione e una fame di informazioni nel pubblico. Questo approccio fornisce agli spettatori un assaggio del futuro, spingendoli a voler scoprire come si arriverà a quel punto.
Un esempio celebre si ha nel film: Cera una volta in America, considerato da alcuni critici come il capolavoro del regista Sergio Leone. Solamente verso la fine della narrazione si svela il mistero del ragazzo che suona l’armonica. Il flashback è una tecnica utilizzata sempre più di frequente anche in molti telefilm di produzione italiana, ad esempio nel discusso: Rosso Istria (2018).
Introdurre personaggi con motivazioni ambigue o sfaccettate è un altro modo efficace per mantenere il pubblico interessato. Quando gli spettatori sono incerti sulle intenzioni o sul destino di un personaggio, si crea un senso di incertezza che li tiene incollati alla storia. Questa ambiguità può essere sfruttata astutamente per far sì che gli spettatori desiderino apprendere di più e risolvere gli enigmi legati ai personaggi.
In conclusione, l’Effetto Zeigarnik offre un potenziale straordinario per elevare il coinvolgimento nel storytelling. Utilizzando astutamente questa dinamica psicologica, i narratori possono mantenere il pubblico affamato di risposte, garantendo un coinvolgimento continuo.
Ricordo che introdurre situazioni non risolte, creare suspense, e giocare con le informazioni sono solo alcune delle strategie che possono essere adottate per sfruttare al massimo l’Effetto Zeigarnik e garantire che la storia lasci un’impronta duratura nella mente degli spettatori.
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