L’”expository writing” è una tecnica per scrivere testi argomentativi ancora poco conosciuta in Italia.
Non va confusa con la scrittura descrittiva, termine molto più generale che abbraccia modi di scrivere assai diversi tra loro, o con la struttura dei temi scolastici che è più libera e può quindi discostarsi – e di parecchio – da quanto consigliato per questo particolare modello di scrittura persuasiva.
Anche se l’ “expository writing” valorizza una struttura narrativa che è comune ad altri tipi di testo argomentativo, ha una scaletta più rigida e segue uno schema che ricorda per alcuni versi quello della piramide rovesciata, un altro modo di strutturare gli articoli che è molto diffuso nel giornalismo.
Scrivere un articolo con la tecnica dell’expository writing
Come si scrive un testo argomentativo con la tecnica dell’”expository writing“? Bisogna innanzitutto dividere l’articolo in tre parti: l’introduzione, le argomentazioni a supporto e le confutazioni delle possibili obiezioni, la conclusione.
Nell’introduzione, si dovrà inserire il messaggio principale dell’articolo e cercare di catturare l’attenzione del lettore; nel caso di un articolo di giornale, una buona idea potrebbe essere partire subito con le famose 5 W del giornalismo (chi, cosa, dove, quando, perché).
Nel corpo dell’articolo andranno invece svolte le argomentazioni a sostegno, dedicando possibilmente un paragrafo ad ognuna di esse e fornendo le relative prove o esempi immediatamente dopo ogni specifica argomentazione di riferimento.
La conclusione del nostro testo argomentativo riprenderà sinteticamente gli argomenti più importanti già esposti nell’introduzione per ribadire il messaggio principale. Questo punto è importante ed è l’elemento più qualificante di questa tecnica.
Infine, sarebbe anche bene fornire al lettore un invito all’azione o la risoluzione del problema delineato nell’introduzione.
I principi di psicologia cognitiva applicati nel modello dell’expository writing
Lo schema di base consigliato nell’ “expository writing” si basa su alcuni principi ben noti alla psicologia cognitiva:
- Ripetizione del concetto principale. La ripetizione del concetto principale aumenta le possibilità di memorizzazione e ricordo.
- Effetto Recency. Ricordiamo le conclusioni di un testo argomentativo, difficilmente le singole argomentazioni.
- Effetto Primacy. L’introduzione di un testo è spesso quello che influenza il lettore e ne forma le opinioni.
Per la buona riuscita dell’articolo, lo ripetiamo, è fondamentale ripetizione del cuore del messaggio nei due punti chiave dell’articolo, l’introduzione e la conclusione.
Sono infatti queste due sezioni quelle che maggiormente si prestano ai fini della memorizzazione e del ricordo di quello che vogliamo dire.
I vantaggi, quando utilizzare questa tecnica
Un vantaggio dell’utilizzo dell’ “expository writing” è quello di avere dei testi argomentativi già organizzati e ottimizzati sia per garantire una buona esperienza utente che per aumentarne il potere persuasivo.
Questi testi saranno anche automaticamente ottimizzati dal punto di vista SEO, grazie a una naturale distribuzione delle parole chiave relative al tema trattato lungo tutta la struttura del post da pubblicare in rete.
Quando conviene utilizzare lo schema dell’”expository writing“? Anche se più rigido del tradizionale modello di testo descrittivo, le possibilità di utilizzo di questa struttura narrativa sono parecchie e vanno dal giornalismo alla scrittura persuasiva, dalle voci enciclopediche ai saggi, alla rete e a certi tipi di copy pubblicitari.
In conclusione, l’”expository writing” funziona bene per i testi argomentativi, mentre non è indicato per la poesia, il romanzo, il racconto e in genere quando raccontiamo una storia.
In questi casi, conviene invece utilizzare schemi più potenti e più adatti a una comunicazione più emozionale, come ad esempio il crescendo drammatico.
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Per approfondire:
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Farsi ricordare: come scrivere le conclusioni di un post, tesi o relazione